mercoledì 29 febbraio 2012

ABBIATEGRASSO CAMBIA MUSICA

Col titolo “Abbiategrasso cambia musica” i sostenitori di Finiguerra hanno organizzato una riuscita manifestazione in cui hanno giustamente sollevato il problema della mancanza di spazi per musica e teatro nella nostra città. Ho colto con interesse l’annuncio dell’iniziativa perché speravo (spero) che la prossima campagna elettorale sia affrontata dai vari schieramenti con la forza dei programmi e delle idee piuttosto che con la reciproca delegittimazione e anche perché continuo a ritenere che gran parte delle proposte di Finiguerra e dei suoi seguaci non siano affatto alternative a quelle di Gigi Arrara. Ad esempio la proposta della casa della Musica, presentata nel corso della serata, nasce dall’assessorato alle politiche giovanili diretto, all’epoca della amministrazione Fossati, dall’assessore Emilio Florio con la collaborazione della consigliera comunale Alice Boni. I due, partendo dall’idea di realizzare una sala prove comunale, intrapresero un confronto coi gruppi musicali del territorio da cui svilupparono un progetto più ambizioso: la casa della Musica, con la realizzazione di un auditorium da 99 posti, una strumentazione d’avanguardia e l’impegno a realizzare una gestione partecipata da parte degli utenti con la collaborazione della Provincia. Va sottolineato che finanziavano l’opera gli oneri di urbanizzazione della nuova area industriale sulla via Dante: un caso rarissimo di uso di queste risorse per le politiche giovanili, a dimostrazione di una sensibilità al problema che sarebbe corretto riconoscere a Fossati e alla maggioranza che lo sosteneva. Quale è invece la sintesi che fa di tutta la vicenda Alice Boni nel corso della serata? “Nel 2007 tutto era pronto ma la Giunta di Fossati rimandò la scelta all’amministrazione successiva legando la realizzazione del progetto al risultato delle elezioni”. Non vi sembra un po’strano che, potendo vantare una realizzazione di questo tipo, una giunta rimandi tutto all’amministrazione successiva? Infatti le cose non andarono così: per far quadrare i conti erano ancora necessarie contrattazioni con l’impresa costruttrice dei capannoni di via Dante (si parlava della realizzazione di una pompa di benzina) e non si poterono cominciare i lavori. Naturalmente questa ricostruzione è pienamente riscontrabile accedendo agli atti amministrativi. A quel punto si poteva sperare che la riconferma della Giunta Fossati avrebbe dato l’opportunità di realizzare l’opera, ma la Boni e molti degli attuali sostenitori di Finiguerra decisero che Albetti o Fossati pari erano. Infatti vinse Albetti che fra i suoi primi atti cancellò la Casa della Musica.
Un tizio diceva che la verità è sempre rivoluzionaria. Perché gli aspiranti rivoluzionari del secolo XXI fanno tanta fatica a raccontare la storia integralmente e a riconoscere i meriti degli altri (nemmeno citati)? Chi vuole “cambiare Abbiategrasso” non dovrebbe per prima cosa essere capace di fare autocritica sui propri passati errori di valutazione?

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