Èil nuovo asse segreto della politica, dell'economia e della finanza. È l'intesa
di cui non si può parlare. È il "patto di ferro" che nei prossimi mesi muterà
molti scenari in una serie di delicati scacchieri fatti di grandi business, di
appalti, di equilibri politici e istituzionali. Comunione e Liberazione ha
infatti scelto la Lega come partner forte per un progetto di vasto impatto e di
lunga gittata. Un disegno che si articola su una serie di capisaldi, per ora
percepiti con difficoltà dagli osservatori esterni, ma ben chiari ai vertici di
Cl e del Carroccio.
Pietra angolare dell'intesa è il federalismo. L'obiettivo dei due movimenti è
sfruttare la de-strutturazione dello Stato, e il progressivo passaggio di molte
sue competenze alle Regioni, per trasferire dal pubblico al privato una serie
di aree di lucrose attività che vanno dalle scuole all'energia, dalle
autostrade alla sanità, dalla formazione all'immigrazione. Braccio operativo
sarà la Compagnia delle Opere, la potentissima organizzazione vicina a CL che
raggruppa 34.000 imprese, per un fatturato stimato in 70 miliardi di euro.
Spetterà alla CdO il compito di trasformare l'indebolimento dello Stato
unitario in una gigantesca opportunità di business.
Il piano prevede una serie di step , che sono stati anticipati da Roberto
Formigoni in agosto durante il meeting di Rimini. Il primo ruota intorno ai
decreti attuativi della legge sul federalismo già approvata: il governo deve
emanarli entro due anni. Ma, nei decreti attuativi è possibile infilare di
tutto, e di questo Cl e Lega sono ben consci.
La seconda mossa riguarda, invece, la cosiddetta trattativa con lo Stato. Che
cosa sia Formigoni lo ha spiegato il 24 agosto quando, davanti ai vertici
entusiasti del movimento di Umberto Bossi, annunciato che Lombardia e Veneto
intendono sottrarre al governo centrale il maggior numero possibile di
competenze. Le due regioni, insomma, non puntano solo al federalismo fiscale,
ma vogliono la gestione di un'ampia serie di aree strategiche che comprendono
le strade, l'ambiente, la scuola, forse persino il nucleare, quanto meno in
termini di attuazione del piano nazionale di realizzazione delle centrali.
Nell'attuazione del federalismo, ha detto il governatore ciellino, "un passo
importante è quello di sfruttare la possibilità offerta dall'articolo 116 della
Costituzione, come la Lombardia sta cercando di fare. La Carta prevede infatti
che, su iniziativa della Regione, lo Stato possa attribuire, con una legge, la
competenza esclusiva su alcune materie che sarebbero, di norma, riservate allo
Stato". "Molte cose", ha annunciato Formigoni, "si possono fare senza ricorrere
ad un cambiamento della Costituzione , ma con una trattativa per ottenere
competenze specifiche. Noi siamo pronti ad occuparci esclusivamente delle
dodici materie che abbiamo già richiesto". Un'idea che ha trovato subito
d'accordo uno degli ospiti d'onore del Meeting di Cl, il ministro leghista
Roberto Calderoli, che ha parlato di una "modifica della Costituzione per dare
più potere alle Regioni" lasciando intravedere la linea di programma comune tra
il movimento fondato da don Giussani e il Carroccio. Così Formigoni ha
metaforicamente indossato la camicia verde e, mutuando linguaggio leghista, ha
parlato di un "diritto da parte dei cittadini ad autodeterminarsi e scegliere
il proprio modello di riferimento". Poi, tra gli applausi scroscianti, ha
recitato il mantra "meno burocrazia per le aziende", scandendo gli obiettivi:
"La sanità va gestita tutta in ambito regionale. Solo certe materie possono
restare al governo. Ogni cittadino ha il diritto di farsi curare dove vuole e
di scegliere in quale scuola mandare i figli. Abbiamo finanziato in questi anni
10.000 progetti di famiglie lombarde tramite l'associazionismo, contro la
logica centrali-sta. Ricco di prospettive, nell'accordo Cl–Lega, è pure il
business delle infrastrutture. Formigoni al Meeting ha ammesso candidamente:
"Abbiamo già l'ente lombardo Cal (Concessioni Autostradali Lombarde, ndr) per
le autostrade, a metà tra Stato, Anas e Regione. Siamo forti nel trasporto
ferroviario per i pendolari(pensando a bia' mi viene da ridere per non piangere) con Fs e Ferrovie Nord è ora di dire basta alla direzione romana".
I leitmotiv del leader politico di Cl sono gli stessi della Lega: "Bisogna
stabilire livelli diversi di imposizione fiscale tra regioni e attrarre
investimenti; serve un accordo delle Regioni con Province e Comuni per la
gestione dei soldi e per il federalismo fiscale".
Anche i servizi pubblici, nella nuova filosofia di Cl e Lega, vanno
ricalcolati in base a nuove unità di misura. Per Formigoni "il passaggio dalla
logica del costo storico a quella del costo standard, ottenuto con il
federalismo fiscale, rappresenta il passaggio dal vizio alla virtù".