mercoledì 29 febbraio 2012

LA SITUAZIONE

Qualunque
amministrazione che si rispetti deve prima di tutto avere a cuore il benessere
delle persone che vivono all’interno del comune garantendo i servizi essenziali
e soddisfacendo i bisogni dei più deboli, che in questo contesto economico non
possono essere abbandonati a se stessi. Non si tratta solo di assicurare gli
interventi necessari per mantenere in efficienza la città, ma anche di
organizzare per lei un futuro positivo.Tutto ciò va fatto in un contesto di
estrema difficoltà dovuto al disastro politico e finanziario provocato
dall'incapacità politica ed economica del governo Berlusconi - Lega, che ha
precipitato il Paese dentro la crisi economica mondiale in condizioni di
discredito e di debolezza e dalle manovre prima di Tremonti e poi dell'attuale
governo che, seppur dirette a contenere il debito pubblico, hanno però avuto
pesantissime ricadute nella vita degli italiani e dei comuni (ricadute di cui
ancora non si sono visti tutti gli effetti). Il 2012 sarà un anno molto
difficile per i comuni, tra cui anche Abbiategrasso, che dovranno fare i conti
con una situazione finanziaria nuova destinata a cambiare in profondità il modo
d'essere, le forme di intervento e la stessa dimensione degli interventi
comunali. Nulla sarà come e' stato per i comuni fino ad oggi, sia per gli
investimenti sia per la spesa corrente che finanzia i servizi alla persona.In
una situazione di crisi economica diffusa e di pressione fiscale alta non e'
pensabile, anzi, sarebbe iniquo ed immorale pensare che il Comune possa
continuare ad agire senza una profonda riflessione su come viene utilizzato il
danaro che i cittadini versano con le imposte e le tasse.È perciò fondamentale
innanzitutto effettuare una rigorosa rivisitazione delle necessità individuando
le priorità, occorre poi una rigorosa analisi dei costi e dell’efficienza dei
servizi comunali in modo. Questo è oltremodo doveroso in un contesto come
quello delineato prima, in cui la riduzione delle finanze a disposizione delle
amministrazioni locali è ormai, dopo anni e anni di tagli, notevolmente al di
sotto delle necessità. Si tratta cioè di dirottare il danaro da servizi o
interventi meno importanti verso altri più rilevanti e prioritari per gli
abbiatensi. A titolo di esempio devono essere rivisti i contratti per il verde
(450.000 euro), che rappresentano un lusso non più sostenibile per la città.
Occorre una svolta nella manutenzione nel verde, attraverso lo sviluppo
dell'intervento delle associazioni e le sponsorizzazioni.Altro contratto da
rivedere e' quello di leasing per la costruzione del nuovo asilo in via
Colombo, che rappresenta un vero e proprio esempio di cattiva politica. Un
intervento di quasi 7 milioni di euro, con un auditorium inutile, quando non e'
ancora stato risolto l'uso dell'Annunziata, finanziato con un leasing di 20
anni che costerà 450.000 euro all'anno, una vera e propria tassa  che graverà
sulle generazioni future e sulle disponibilità finanziarie del comune.Questo
contratto squilibrato a favore del privato deve essere rivisto e
ridimensionato. Non possiamo permetterci questa tassa per l'incapacità di una
giunta che indebita oggi e il futuro della città.Questo debito assurdo deve
essere ridotto anche con l'utilizzo dei 2 milioni di euro ottenuti dalla
vendita della quota di Aemme energie per abbattere il capitale e per liberare
le risorse sulla parte corrente sottratte per finanziare i servizi e vantaggio
di un contratto capestro. In questa ottica anche l'applicazione dell'IMU sulla
prima casa dovrà avvenire con l'aliquota minima possibile e dovrà essere
finalizzata a finanziare i servizi essenziali alla persona dagli anziani alle
famiglie, tagliando costose trasferte di comitive per i gemellaggi e i viaggi
per il mondo per frequentare il giro dello città slow.

ABBIATEGRASSO CAMBIA MUSICA

Col titolo “Abbiategrasso cambia musica” i sostenitori di Finiguerra hanno organizzato una riuscita manifestazione in cui hanno giustamente sollevato il problema della mancanza di spazi per musica e teatro nella nostra città. Ho colto con interesse l’annuncio dell’iniziativa perché speravo (spero) che la prossima campagna elettorale sia affrontata dai vari schieramenti con la forza dei programmi e delle idee piuttosto che con la reciproca delegittimazione e anche perché continuo a ritenere che gran parte delle proposte di Finiguerra e dei suoi seguaci non siano affatto alternative a quelle di Gigi Arrara. Ad esempio la proposta della casa della Musica, presentata nel corso della serata, nasce dall’assessorato alle politiche giovanili diretto, all’epoca della amministrazione Fossati, dall’assessore Emilio Florio con la collaborazione della consigliera comunale Alice Boni. I due, partendo dall’idea di realizzare una sala prove comunale, intrapresero un confronto coi gruppi musicali del territorio da cui svilupparono un progetto più ambizioso: la casa della Musica, con la realizzazione di un auditorium da 99 posti, una strumentazione d’avanguardia e l’impegno a realizzare una gestione partecipata da parte degli utenti con la collaborazione della Provincia. Va sottolineato che finanziavano l’opera gli oneri di urbanizzazione della nuova area industriale sulla via Dante: un caso rarissimo di uso di queste risorse per le politiche giovanili, a dimostrazione di una sensibilità al problema che sarebbe corretto riconoscere a Fossati e alla maggioranza che lo sosteneva. Quale è invece la sintesi che fa di tutta la vicenda Alice Boni nel corso della serata? “Nel 2007 tutto era pronto ma la Giunta di Fossati rimandò la scelta all’amministrazione successiva legando la realizzazione del progetto al risultato delle elezioni”. Non vi sembra un po’strano che, potendo vantare una realizzazione di questo tipo, una giunta rimandi tutto all’amministrazione successiva? Infatti le cose non andarono così: per far quadrare i conti erano ancora necessarie contrattazioni con l’impresa costruttrice dei capannoni di via Dante (si parlava della realizzazione di una pompa di benzina) e non si poterono cominciare i lavori. Naturalmente questa ricostruzione è pienamente riscontrabile accedendo agli atti amministrativi. A quel punto si poteva sperare che la riconferma della Giunta Fossati avrebbe dato l’opportunità di realizzare l’opera, ma la Boni e molti degli attuali sostenitori di Finiguerra decisero che Albetti o Fossati pari erano. Infatti vinse Albetti che fra i suoi primi atti cancellò la Casa della Musica.
Un tizio diceva che la verità è sempre rivoluzionaria. Perché gli aspiranti rivoluzionari del secolo XXI fanno tanta fatica a raccontare la storia integralmente e a riconoscere i meriti degli altri (nemmeno citati)? Chi vuole “cambiare Abbiategrasso” non dovrebbe per prima cosa essere capace di fare autocritica sui propri passati errori di valutazione?